Un viaggio a ritroso nel tempo, alla scoperta di quel gioco perverso.
500 lire bastano per decidere sulla vita di qualcuno?
Un patto fra quattro bambini intorno ad un biliardino diventa paradigma della vita; una promessa che ci facciamo e che puntualmente non rispettiamo.

Quattro amici d’infanzia, ormai trentenni, si ritrovano in un vecchio stabilimento balneare abbandonato, quello che frequentavano da bambini, quello dove hanno fatto i migliori tornei di biliardino, hanno dato i primi baci, e avuto le prime delusioni.
Davanti a quel biliardino hanno preso le prime scelte della loro vita adolescenziale e a quel biliardino hanno demandato tutte le scelte della loro vita da adulti.
“Lo giuro!” È il suono della promessa prima di ogni partita, la promessa di rispettare quel patto indissolubile e quasi malato, la promessa di esserci sempre.
Si decide insieme, anche per la vita degli altri; le squadre si formano, si rompono, ci si schiera contro, si vince e si perde, con l’unica regola che non ci si può tirare indietro dal gioco, mai.
I patti, sono patti.
Ormai trentenni i ragazzi si ritrovano, ancora una volta, nel loro posto del cuore. Questa volta è Giulio, il misterioso del gruppo, ad aver convocato Luca, Greta e Michelangelo.
È la prima volta in vent’anni che i ragazzi vengono chiamati da lui, la questione infatti è importante. Quella confessione, quella frase pronunciata da Giulio senza prendere fiato fa scricchiolare tutte le certezze del gruppo. Ora bisogna schierarsi, due rossi e due blu, con Giulio o contro Giulio?